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Il Viticoltore in Valtellina

Una delle attività più tipiche ed anche “di moda” in Valtellina è il viticoltore. Recentemente è infatti tornata anche tra i giovani la voglia di riscoprire il piacere di coltivare la vite per trarne il vino tipico di questo territorio.

Dobbiamo comunque notare che rispetto al passato, gli addetti a questa attività, così come a molte altre, sono andati in diminuzione con il conseguente abbandono e quindi “dismissione” delle vigne stesse, anche in questa Valle dove i terrazzamenti rappresentano una ricchezza ambientale e culturale.
Ma entriamo nel merito di questa attività… cosa significa fare il viticoltore in Valtellina? Quanto lavoro e quali soddisfazioni può dare la coltivazione dei meravigliosi terrazzamenti valtellinesi?

E’ il signor Gianatti Giorgio, viticoltore “dalla nascita” a farci capire meglio quale lavoro si nasconde dietro le etichette che accompagnano le numerose prelibatezze valtellinesi.

“Stando ai dati della Camera di Commercio, in termini di tempo, il lavoro del viticoltore – quando fatto a tempo pieno - richiede una media di 1.200 ore ad ettaro di vigna lavorato. Si tratta di una mole di lavoro decisamente elevata ma va considerato il fatto che rispetto al     passato, si fa molta meno fatica nel lavorare la vigna ed al tempo stesso è aumentata anche la resa.”

Logicamente qui stiamo parlando con chi ha fatto della viticoltura la propria attività lavorativa ma esistono anche persone e giovani che hanno preso questa attività come riempitivo per il tempo libero ed allora le ore lavorate diminuiscono – in relazione con la grandezza della vigna coltivata – ma le attività da compiere restano pressoché sempre le stesse.

“L’inverno è la stagione più tranquilla, in questa stagione la vigna richiede la potatura e la legatura dei filari, oltre che il mantenimento del territorio, dal sistemare i tipici muretti in sasso dei terrazzamenti, al preparare il terreno per i nuovi pali. In primavera la vite inizia a germogliare ed intorno a maggio e giugno si ha il periodo più importante che riguarda la potatura del verde e la somministrazione dei primi trattamenti. In luglio ed agosto l’uva inizia la sua maturazione e dunque è necessario diradare … ricordo che mio padre non sopportava diradare perché “è un peccato sprecare l’uva” e la vigna con l’uva in terra, per lui, era brutta a vedersi, ma questa pratica è fondamentale per la qualità del vino. In settembre, a seconda di quanto il tempo sia stato clemente si procede con l’eventuale pulitura dell’uva in vista della vendemmia che solitamente si svolge ad ottobre.  Ai primi giorni di ottobre viene colta l’uva per la qualità di vino che richiede l’appassimento in cassetta prima della lavorazione – nel mio caso Vino San Martino - mentre nella seconda metà del mese si fa la vendemmia delle uve restanti. Logicamente durante tutto l’anno c’è anche l’attività in cantina da curare. Si passa dalla torchiatura alla fermentazione superando poi le numerose fasi di filtratura, per rendere il vino il più pulito possibile, fino ad arrivare al riposo in botti. Il momento determinante per la qualità del vino è la fermentazione del mosto… in questa fase va costantemente monitorata la temperatura della cantina.
Il riposo del vino è fondamentale, è’ proprio l’invecchiamento che dà corposità al vino, tanto che il carattere maggiormente aspro del Rosso di Valtellina deriva proprio dal suo essere relativamente più giovane (nel mio caso solo due anni e mezzo c.a. contro i tre e mezzo delle altre due etichette).  Attenzione, il vino di Valtellina è rinomato per la sua “asprezza” ma si noti che gli studi sostengono che sia molto migliorato in termini di gusto rispetto al passato perché paradossalmente il riscaldamento globale ha portato all’aumento dell’anidride carbonica nell’aria che dà maggiore maturità al vino e quindi miglior qualità.”

Abbiamo quindi visto, a grandi linee, quali e quante attività sono richieste per tramutare l’uva in vino ed è semplice intuire quanta dedizione occorre per tutto questo processo ma la gioia e la fierezza che ci trasmette il signor Giorgio ci fanno capire che la vita in vigna dà soprattutto grandi soddisfazioni. Questo mestiere è tra i più antichi e tradizionali della Valtellina ma anche del territorio italiano in generale ed è proprio attraverso di lui che possiamo continuare ad ammirare la generosa ed incantata meraviglia dei vitigni disciplinati ed eleganti che sono spesso presenti in molti paesaggi d’Italia.

Il viticoltore è per questo protagonista di ItaliaMea, perché dalle sue mani si tramanda l’amore per il territorio e per la tradizione.